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giovedì 7 giugno 2012

Il libero commercio

Le antiche colonie spagnole ed il Brasile costituivano mercati ambiti per i tessuti inglesi. La macchina a vapore ed il telaio meccanico avevano fatto maturare rapidamente la rivoluzione industriale in Inghilterra. La nazione pagava con i suoi tessuti di cotone il cuoio argentino, il nitrato del Peru', il rame del Cile, lo zucchero di Cuba, il caffe' del Brasile.
A partire dal 1800 Londra attuo' una politica basata sulla necessita' di
  • favorire il commercio inglese
  • impedire che l'America Latina cadesse in mani nordamericane o francesi
  • evitare che le industrie locali, precarie e a bassissimo livello tecnico, si sviluppassero.
Una valanga di merci straniere aveva schiacciato le manifatture tessili e le produzioni coloniali, soprattutto dopo che l'indipendenza delle colonie aveva aperto le porte alla libera concorrenza della gia' sviluppata industria europea.
In America il libero commercio arricchi’ i porti che vivevano delle esportazioni e spinse alle stelle lo sperpero delle oligarchie desiderose di lusso ma porto’ alla rovina le nascenti industrie manifatturiere locali e strangolo’ l’espansione dei mercati interni.
Per tutto il 1800 si alternarono regimi che proteggevano il libero mercato a regimi che alzavano invece le imposte doganali e queste oscillazioni impedirono il crearsi di manifatture e produzioni locali stabili.
Vi fu’ un solo esperimento progressista in Paraguay (1814-1849) dove si costrui’ un’economia in grado di funzionare senza investimenti stranieri, senza prestiti delle banche inglesi e senza il libero commercio, sotto il governo del dittatore Gaspar Rodriguez de Francia, fedele al principio che un paese e’ posseduto e dominato dal capitale che vi e’ investito.
Nel corso del 1800 al momento dell’emancipazione, le colonie spagnole diventarono delle colonie inglesi.
Infatti l’Inghilterra aveva concesso prestiti per molti milioni di sterline durante le guerre per l’indipendenza, un po’ in tutto il continente e successivamente aveva finanziato direttamente le tesorerie dei vari governi.
I servizi pubblici erano in mano britannica ed i nuovi stati nascevano gia’ soffocati dalle spese militari e dovevano da subito far fronte al deficit dei pagamenti con l’estero.
 Il libero commercio comportava un frenetico aumento delle importazioni di lusso affinche’ la minoranza potesse vivere secondo le mode europee ed i governi contraevano prestiti che generavano a loro volta la necessita’ di altri prestiti,
i paesi ipotecavano la loro liberta’ economica e sovranita’ nazionale.
In quegli anni il Brasile riceveva persino bare gia' foderate, candelabri di cristallo, pattini da ghiaccio, di utilita' piu' che discutibile sulle ardenti coste del tropico; portafogli, nonostante non esistessero le banconote ed una inspiegabile montagna di strumenti matematici.
Il lusso si ostentava anche nel modo di vestire, si doveva sottostare ai dettami delle riviste di moda di Parigi: indossare cappelli eleganti, cravattoni alti e duri per sentirsi sulla vetta della cultura europea.



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