Una pietra gialla un po’ trasparente e leggera lasciata dal mare è stata scoperta lungo il litorale del Mar Baltico cinque mila anni fa.
La diffusione di questo nuovo materiale ed il suo commercio attraverso il continente europeo coincise con l’inizio dell’età del bronzo dei popoli baltici e centroeuropei.
Circa nel 1600 a.C., quando le popolazioni dell’Europa centrale iniziarono le intense relazioni commerciali con i Micenei, l’esportazione dell’ambra diventò un fenomeno importante come dimostrano i tanti reperti di collane, bracciali e pendagli trovati nelle tombe del periodo miceneo.
I Greci chiamarono questa pietra electron con il significato di “il brillante, il luminoso”e quindi la consideravano come la “sostanza del sole”.
Nel 600 a.C. Talete di Mileto scopre le sue proprietà elettriche, strofinando un pezzo di ambra si accorge che il materiale attira a sé piccoli frammenti di stoffa e di carta, caratteristica dovuta all’accumulo di elettricità statica causata dall’attrito sulla superficie del materiale. Grazie a questa particolarità dall’antico nome greco dell’ambra, electron, è derivato il termine attuale “elettricità”.
Questa strana pietra molto leggera, calda al tatto, combustibile trasparente, di colore giallo luminoso diventa un centro di interesse non solo per i commercianti o gli scienziati, essa entra nel mondo dell’arte, della poesia e della letteratura.
Omero racconta che grani di ambra erano in una collana di Penelope(Odissea, XVIII, par.295-296) mentre Sofocle crea addirittura un mito, il mito di Melagro, dove perle di ambra erano le lacrime versate dalle sorelle di Melagro per la sua morte. E diventarono ancora perle di ambra le lacrime delle Eliadi, le sorelle di Fetonte che accorsero sulle rive dell’Eridano quando precipitò con il carro.
Nel I sec d.C. troviamo che l’ambra è citata nel libro XXXVII della Storia Naturale di Plinio il Vecchio con indicazioni terapeutiche.
Tacito nella sua opera ‘Germania’ così ne parla:
sulla riva destra del mare suebico (Baltico )vivono le tribù degli Aestii, uniche tra i Germani, raccolgono tra i flutti e sulle spiagge l’ambra, che chiamano “gleso”. Gli Aestii non ne conoscono l’origine e non sanno che farsene: la raccolgono allo stato grezzo, la trasportano non ancora lavorata e stupefatti incassano il compenso.
Nel I sec. d.C. il traffico dell’ambra attraverso l’Europa centrale era controllato prevalentemente dalle popolazioni locali e seguiva le stesse vie dell’epoca micenea, mentre nel medio evo sono i Cavalieri Teutonici che si fanno a protezione di questo commercio .
Il viaggio iniziava dalla foce della Vistola, nella penisola di Samland, da dove risalendo il corso d’acqua si arrivava al fiume Warta, poi s’imboccava l’affluente Prosna fino al corso superiore dell’Oder in Slesia, quindi lungo la Morava fino al Danubio. All’imbocco della Morava con il Danubio si trovava Carnutum (l’attuale Petronell nell’Austria orientale meridionale), importantissimo centro commerciale centro-europeo e crocevia di quasitutte le vie commerciali europee.
Da Carnutum l’ambra veniva distribuita e mandata in Pannonia (l’attuale Ungheria), nella Jugoslavia settentrionale e, in Italia, ad Aquileia dove erano ubicati dei centri manifatturieri molto importanti. In realtà, attraverso l’Europa, le vie seguite dai commercianti d’ambra erano abbastanza numerose e spesso si avvantaggiavano della presenza di grandi fiumi navigabili. In generale si può affermare che ogni cultura ha avuto una sua via dell’ambra.
L’ambra è la più giovane fra le pietre preziose, anzi è preziosa senza essere una pietra vera e propria in quanto è molto leggera e facilmente scalfibile. In origine era una resina vegetale che con il passare di tanti secoli si è trasformata in un fossile così singolare e unico per il quale non potevano che nascere tante affascinanti leggende.
La Via dell’Ambra è ancora percorribile ai tempi nostri. Oggi viene organizzato un affascinante itinerario turistico che solca l’Europa da Nord a Sud per 418 chilometri; ha il suo cuore più antico e famoso proprio in Repubblica Ceca e in particolare tra le alture e le pianure della Moravia.
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